Scoperte e ricerche sulla
Saharasia
Ashland, Oregon, USA Articolo riassuntivo sulla Saharasia
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le prove di uno schema geografico mondiale
collegato al clima nel comportamento umano*
di James DeMeo, Ph.D.**
Translated from the English by Daniela Enrico Bamberg
email: casakhuan@gmail.com
* Già pubblicato su: Kyoto Review 23: 19-38, Spring 1990 (Japan) ; Emotion 10, 1991 (Germany); World Futures: The Journal of General Evolution, 30: 247-271, 1991; and Pulse of the Planet 3:3-16, 1991. Un'estesa presentazione del lavoro del Dott. DeMeo sull'argomento si trova nel libro Saharasia: The 4000 BCE Origins of Child Abuse, Sex-Repression, Warfare and Social Violence, In the Deserts of the Old World, Natural Energy Works, 1998.
** Direttore del Orgone Biophysical Research Lab, Ashland,
Oregon, USA, demeo(at)mind.net
(Incolla il simbolo "@" nel tuo programma di email.)
Il testo e i tutti i grafici di questa pubblicazione hanno il Copyright (C) 2000 e non possono essere duplicati, copiati o usati senza il permesso scritto dell'autore.
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ESTRATTO
Gli schemi geografici globali dei comportamenti
patristi, dolorosi, traumatici, violenti e corazzati, e delle istituzioni
sociali repressive che ostacolano i legami madre-neonato e maschio-femmina sono
stati correlati e sviluppati attraverso un'analisi sistematica di dati
antropologici riguardanti 1170 culture a livello di sussistenza. Quando i dati
comportamentali vennero tracciati su delle mappe, si scoprì che la cintura
iperarida che comprende il Nord-Africa, il Vicino Oriente e l'Asia Centrale,
che io chiamo Saharasia, è la più grande estensione di comportamenti e di
istituzioni sociali caratterizzate dal patrismo più estremizzato presente sulla
Terra. Si scoprì che l'Oceania e il Nuovo Mondo, le zone più lontane dalla
Saharasia, esprimevano i comportamenti più dolci, non-corazzati e matristi, che
sostengono e proteggono i legami madre-neonato e maschio-femmina. Un esame
sistematico delle fonti archeologiche e storiche suggerisce che il patrismo
iniziò a svilupparsi in Saharasia nei secoli successivi al 4000 a.C., nel
periodo di una grande transizione ecologica da una condizione di
prateria-foresta relativamente umida a una condizione di deserto arido. Gli
schemi degli insediamenti e delle migrazioni dei popoli patristi furono
tracciati partendo dalle loro terre originarie in Saharasia per spiegare la
presenza del patrismo nelle regioni al di fuori della Saharasia. Prima
dell'inizio delle condizioni di siccità in Saharasia esistono prove diffuse di
matrismo, mentre in genere le prove di patrismo sono inesistenti. Si sostiene
che il matrismo costituisca la prima, originaria e innata forma di
comportamento umano e di organizzazione sociale, mentre il patrismo, perpetuato
attraverso istituzioni sociali che inducono il trauma, si sviluppa fra gli Homo
Sapiens in Saharasia sotto le pressioni di un'intensa desertificazione, della
carestia e di migrazioni forzate. Le intuizioni psicologiche di Wilhelm Reich offrono una comprensione dei meccanismi attraverso i quali i comportamenti patristi (corazzati, violenti) diventano stabilizzati e continuano a sussistere nonostante il trauma iniziale sia trascorso da tempo.
INTRODUZIONE
Questo scritto riassume le prove e le conclusioni del mio personale studio geografico
di sette anni sulle variazioni mondiali del comportamento umano a livello
regionale e dei fattori socio-ambientali correlati, studio che costituì la mia
dissertazione dottorale (DeMeo 1985, 1986, 1987). In questa ricerca mi concentrai specificatamente su un
complesso principale di attitudini, comportamenti, costumi sociali e
istituzioni traumatiche e repressive correlate alla violenza e alla guerra. Il
mio studio derivava da osservazioni cliniche e interculturali sulle necessità
biologiche di neonati, bambini e adolescenti, sugli effetti repressivi e
dannosi che certe istituzioni sociali e certi tipi di aspri ambienti naturali
hanno su queste necessità, e sulle conseguenze di tale danno e repressione.
L'approccio geografico rispetto alle origini del comportamento umano presentato qui ha
permesso la ricostruzione di un'immagine globale della nostra storia culturale
più remota molto più chiara di quanto non sia stato finora possibile. La
relazione causale fra le istituzioni sociali traumatiche repressive e
l'aggressività e la guerra è stata verificata e rafforzata nel mio approccio,
che ha confermato l'esistenza di un periodo di condizioni sociali relativamente
pacifiche dove guerra, dominazione maschile e aggressività distruttiva erano
assenti o presenti a minimi livelli. Inoltre è stato possibile definire con esattezza sia i tempi che i
luoghi esatti sulla Terra dove la cultura umana passò da condizioni pacifiche,
democratiche, egalitarie a condizioni di violenza, guerra e dispotismo.
Queste
scoperte furono rese possibili solo in virù dei recenti studi paleo-climatici e
archeologici sul campo (che rilevarono condizioni sociali e ambientali in
precedenza nascoste) e attraverso lo sviluppo di estese banche dati antropologici
globali, composte da dati culturali di centinaia fino a migliaia di culture
diverse di tutto il mondo. Il microcomputer, un'altra recente innovazione, ha
permesso il facile accesso a tali dati
e la preparazione in pochi anni di mappe comportamentali globali che
avrebbero altrimenti richiesto una vita per la preparazione. Il mio approccio a
queste domande costituì inoltre una delle prime analisi globali,
sistematicamente derivate, del comportamento umano e delle istituzioni sociali,
che svelò uno schema globale, in precedenza inosservato ma lampante, di
comportamento umano. Prima di presentare le mappe che espongono in forma
spaziale il cuore delle mie scoperte, è però necessaria una certa discussione
sulle variabili d'interesse e sulla teoria che sta dietro alle mappe.
Cultura Matrista Opposta a Cultura Patrista:
Le Radici della Violenza nel Trauma Infantile e nella
Repressione Sessuale
All'inizio
la mia ricerca era mirata a sviluppare un'analisi globale dei fattori sociali
correlati ai traumi della prima infanzia e alla repressione sessuale come prova
della teoria sessuale-economica di Wilhelm Reich (1935, 1942, 1945, 1947, 1949,
1953, 1967, 1983). La teoria di Reich, che si sviluppò dalla psicoanalisi e si
staccò da essa, etichettò l'aggressività distruttiva e la violenza sadica dell'Homo
sapiens come una condizione del tutto anormale, risultante
dall'inibizione cronica, indotta traumaticamente, della respirazione,
dell'espressione emozionale e degli impulsi volti al piacere. Secondo questo
punto di vista, l'inibizione è resa cronica nell'individuo in virtù di
specifici rituali dolorosi che censurano il piacere e da istituzioni sociali
che interferiscono, in modo conscio o inconscio, con i legami madre-neonato e
maschio-femmina. Questi rituali e istituzioni esistono sia nelle società
"primitive" a livello di sussistenza che in quelle "civilizzate"
tecnologicamente sviluppate. Alcuni esempi sono costituiti dall'infliggere
dolore in modo conscio o inconscio a neonati e bambini in modi diversi, come la
separazione e l'isolamento del neonato dalla madre; l'indifferenza verso il
neonato piangente e agitato; la fasciatura immobilizzante 24 ore su 24; il
negare l'allattamento al seno e lo svezzamento precoce; mutilare il corpo del
bambino, di solito i genitali; l'addestramento traumatico all'uso del
gabinetto; l'obbligo di stare zitti, essere obbedienti e non esprimere
curiosità imposto con la punizione fisica e le minacce. Altre istituzioni
sociali mirano a controllare o schiacciare gli interessi sessuali che sbocciano
nel bambino, come il tabù della verginità femminile, richiesta da ogni cultura
che adora un dio supremo patriarcale, e il matrimonio coercitivo combinato o
imposto attraverso la punizione e la colpa. La maggior parte di queste
punizioni e restrizioni cadono più dolorosamente sulle femmine, nonostante
anche i maschi siano gravemente colpiti. L'obbligo di resistere al dolore, di
sopprimere le emozioni e di obbedire acriticamente a figure autoritarie più
anziane (di solito maschi) riguardo alle decisioni basilari della vita, sono
aspetti integranti di tali istituzioni sociali che si estendono a controllare
anche il comportamento degli adulti. Queste istituzioni repressive sono
mantenute e difese dall'individuo medio all'interno di una data società, senza
tener conto delle dolorose conseguenze che riducono il piacere e minacciano la
vita, e vengono acriticamente considerate delle esperienze "buone",
che "formano il carattere" e che fanno parte della
"tradizione". Tuttavia si sostiene che da tale complesso di
istituzioni sociali dolorose e repressive derivino le componenti nevrotiche,
psicotiche, auto-distruttive e sadiche del comportamento umano, espresse in una
pletora di modi che possono essere sia nascosti e inconsci che sfacciatamente
chiari ed evidenti.
Secondo
il punto di vista sessuale-economico di Reich, nell'essere umano in crescita si
sviluppa una corazza caratteriale e muscolare cronica a
seconda del tipo e della gravità dei traumi subiti. I processi biofisici che
normalmente conducono a una respirazione piena e completa, all'espressione
emozionale e allo sfogo sessuale durante l'orgasmo vengono bloccate in modo
cronico dalla corazza, in misura maggiore o minore, portando a un accumulo di
tensione emozionale e sessuale (bio-energetica) repressa non scaricata. Il
serbatoio arginato di tensione interna spinge l'organismo a comportarsi in modo
generalmente inconscio, distorto, autodistruttivo e/o sadico (Reich 1942,
1949). I processi sopra descritti accadono ogni qualvolta, e solo ogni
qualvolta, vengono fatti dei tentativi di deviare o di influenzare in modo
irrazionale i bisogni o gli impulsi primari biologici umani secondo dei
prerequisiti "culturali". Negare l'allattamento al seno a un neonato;
picchiare un bambino per aver defecato o per essersi espresso sessualmente;
forzare giovani ragazze a sposarsi con uomini anziani ("fidanzamento infantile",
"prezzo della sposa") sono degli esempi.
I rituali e le istituzioni sociali che infliggono il dolore e censurano il
piacere sono stati presenti nella maggior parte ma certamente non in tutte le
culture storiche e contemporanee. Ci sono ad esempio alcune culture (di certo
una minoranza) che né infliggono dolore, consciamente o altrimenti, su neonati
e bambini, né reprimono gli interessi sessuali di bambini o adulti. È di grande
interesse il fatto che queste sono anche società non violente, con stabili
legami familiari monogami e relazioni sociali gradevoli e amichevoli.
Fu Malinowski (1927, 1932) a indicare per primo tali culture, per confutare
l'asserzione di Freud di una natura biologica pan-culturale della latenza
sessuale infantile e del conflitto di Edipo. Reich (1935) argomentò che le
condizioni all'interno della società delle isole Trobriand provavano la
correttezza delle sue scoperte cliniche e sociali che correlavano la
repressione sessuale al comportamento patologico. Altre descrizioni etnografiche
di culture simili sono state fatte (Elwin 1947, 1968; Hallet & Relle 1973;
Turnbull 1961). Gli studi globali interculturali di Prescott (1975) e miei (DeMeo 1986, pp.114-120) hanno
confermato queste scoperte: le società che creano un accumulo di trauma e
dolore sui loro neonati e bambini, e che successivamente reprimono
l'espressività emozionale e gli interessi sessuali dei loro adolescenti,
esibiscono invariabilmente uno spettro di comportamenti nevrotici,
autodistruttivi e violenti. Per contro, le società che trattano neonati e
bambini con grande affetto fisico e tenerezza, e che considerano in modo
positivo l'espressività emozionale e la sessualità adolescenziale, sono
fisicamente sane e non violente. La ricerca interculturale ha dimostrato la difficoltà,
l'impossibilità forse, di localizzare una qualsiasi società disturbata e
violenta che non traumatizzi i propri giovani e/o che non li reprima
sessualmente.
Un sondaggio sistematico della letteratura storica mondiale confermò in modo
indipendente le correlazioni sopra indicate fra i traumi infantili, la
repressione sessuale, il dominio maschile e la violenza familiare nelle
descrizioni di diversi stati centrali bellicosi, assolutisti e dispotici (DeMeo
1985, Chapters 6 & 7 of 1986) (1). Da dati storici simili, Taylor
(1953) sviluppò uno schema
dicotomico del comportamento umano in società diverse. Usando la terminologia
di Taylor ed espandendoci a partire dal suo schema secondo le scoperte
sessuali-economiche, tali società violente e repressive sono chiamate patriste e si
distinguono in quasi tutti gli aspetti dalle società matriste, le cui
istituzioni sono fatte per proteggere e accrescere i piacevoli legami
madre-neonato e maschio-femmina.(2) La tabella 1 mette a confronto gli aspetti
estremi della cultura patrista (corazzata) e matrista (non corazzata).
Tabella 1: COMPORTAMENTI, ATTITUDINI E ISTITUZIONI SOCIALI DICOTOMICHE
Caratteristica
Patrismo Matrismo Neonati, Bambini & Adolescenti Meno indulgenza Più indulgenza Meno affetto fisico Più affetto fisico Neonati traumatizzati Neonati non traumatizzati Iniziazioni dolorose Assenza di dolore nelle iniziazioni Dominati dalla famiglia Democrazie dei bambini Case e esercito segregati in base al sesso, o villaggi in base all'età Case per bambini miste Sessualità Atteggiamento restrittivo Atteggiamento permissivo Mutilazione
dei genitali Nessuna
mutilazione dei genitali Tabù
sulla verginità femminile Nessun
tabù sulla verginità femminile Rapporti
sessuali fra adolescenti severamente censurati Rapporti
sessuali fra adolescenti liberamente permessi Tendenza
omosessuale con forte tabù Assenza
di tendenze o tabù omosessuali Tendenza
all'incesto con forte tabù Assenza
di tendenze o tabù incestuosi Può
esistere il concubinato e/o la prostituzione Assenza
di concubinato o prostituzione Donne Limiti
sulla libertà Più
libertà Status
di inferiorità Status
di parità Tabù
sul sangue vaginale (imenale, mestruale e del parto) Nessun
tabù sul sangue vaginale Non
può scegliere il proprio compagno Sceglie
il proprio compagno Non
può divorziare liberamente Può
divorziare liberamente I
maschi controllano la fertilità femminile Le
femmine controllano la loro fertilità Struttura
Culturale & Familiare Autoritaria Democratica Gerarchica Egalitaria Patrilineare Matrilineare Patrilocale
Matrilocale Monogamia
forzata per tutta la vita Monogamia
non forzata Spesso
poligama Raramente
poligama Strutture
militari a caste Nessun
esercito a tempo pieno Violenta,
sadica Non
violenta Religione
& Credenze Ascetismo,
astinenza dal piacere Il
piacere è accettato e istituzionalizzato Inibizione,
paura della natura Spontaneità,
venerazione della natura Specialisti
religiosi a tempo pieno Nessuno
specialista religioso a tempo pieno Sciamani
maschi Sciamani
maschi o femmine Codici
comportamentali severi Assenza
di codici severi Molti
aspetti del patrismo interferiscono con la biologia del neonato e del bambino
in modo generalmente invisibile altrove nel mondo animale, e alcuni aumentano
in modo evidente la mortalità e le patologie infantili. Oltre ai riti dolorosi
o riduttivi del piacere riportati nella tabella 1, è importante notare che in
un certo momento, nel loro passato recente o remoto, la maggior parte delle
società patriste ha espresso dei gravi disturbi psicopatologici sociali
progettati per lo scarico socialmente approvato e organizzato della rabbia
omicida verso bambini e donne (cioè uccisioni ritualistiche di bambini, vedove,
"streghe", "prostitute", etc.), con la complementare
deificazione dei maschi più aggressivi e sadisticamente crudeli (totalitarismo,
regalità divina). Alcune culture contemporanee esprimono tali condizioni in
forma conclamata o esibiscono residui di tali condizioni, e questi sono dei
fatti che hanno delle implicazioni gegrafiche ben distinte.
Ad
esempio, poiché le prove cliniche interculturali e storiche indicano che la
violenza degli adulti ha le sue radici nei traumi della prima infanzia e nella
repressione sessuale, e che essa non esiste laddove i legami madre-neonato e
maschio-femmina sono protetti e nutriti da istituzioni sociali matriste,
naturalmente sorge la domanda di come la gestalt culturale di trauma,
repressione e violenza (patrismo) sia potuta cominciare. Il patrismo, con il
suo scatenarsi della violenza verso neonati, bambini e donne tramandato da una
generazione all'altra attraverso istituzioni sociali dolorose che minacciano la
vita, deve aver avuto tempi e luoghi specifici di origine in
alcune, ma non in tutte, le primissime società umane. La presunta assenza di un
carattere innato nel patrismo, derivante dal blocco, dall'inibizione e
dall'arginamento cronico degli impulsi biologici, esige che sia così. Il
matrismo invece, che sorge dall'impulso biologico liberamente espresso e che
perciò è innato, sarebbe stato fin dall'inizio di natura globale, onnipresente
in tutta l'umanità. La selezione naturale avrebbe infatti favorito il matrismo,
dato che non genera le spinte sadiche che conducono alla violenza mortale verso
donne e bambini, né disturba i legami emozionali fra madri e neonati,
trasmettendo chiari vantaggi psico-fisiologici di sopravvivenza (Klaus &
Kennell 1976; LeBoyer 1975; Montagu 1971; Stewart & Stewart 1978a, 1978b,
Reich 1942, 1949).
Negli
aspetti geografici dei dati antropologici e archeologici esistono conferme a
sostegno dei presupposti sopra citati, e il fulcro centrale della mia ricerca è
stato l'esame degli aspetti spaziali dei fatti e delle osservazioni raccolte da
diversi ricercatori del campo. (3) Ad esempio, certi aspetti del matrismo e
delle condizioni sociali pacifiche furono in precedenza identificati negli
strati archeologici più profondi di alcune aree che dimostrarono
successivamente una transizione verso condizioni più violente di predominio
maschile. Mentre alcuni ricercatori non erano consapevoli di queste più recenti
scoperte, hanno teso a ignorarle o hanno obiettato le loro implicazioni, un
numero crescente di studi ha dimostrato l'esistenza nei tempi antichi di grandi
transizioni sociali da condizioni pacifiche, democratiche e egalitarie a
condizioni violente, di predominio maschile e bellicose. (Bell 1971; Eisler
1987a, 1987b; Huntington 1907, 1911; Gimbutas 1965, 1977, 1982; Stone 1976;
Velikovsky 1950, 1984). Gli aspetti geografici di queste scoperte sono molto
convincenti.
Un'analisi
sistematica globale di tale prova (DeMeo 1985, Capitoli 6 & 7 del 1986) ha
rivelato dei distinti schemi globali in queste transizioni archeologiche, ove
intere regioni passarono dal matrismo al patrismo entro gli stessi periodi di
tempo, o dove la transizione al patrismo attraversò grandi porzioni di un
continente, da un'estremità all'altra, nell'arco di alcuni secoli. Di enorme
rilevanza fu la scoperta che le primissime di queste trasformazioni avvennero
in regioni specifiche del Vecchio Mondo (in particolare nel Nord Africa, nel
Vicino Oriente e nell'Asia Centrale, intorno al 4000-3500 a.C.), in concerto
con massicce trasformazioni ambientali da condizioni relativamente umide a condizioni
aride in queste stesse regioni. Le trasformazioni successive avvennero
in genere nelle regioni al di fuori dei deserti appena creati, associate
all'abbandono delle nuove zone aride e alla successiva invasione dei territori
confinanti più umidi. L'esistenza di queste transizioni ambientali temporali
era molto importante, essendo un'ulteriore prova che l'estrema siccità e
desertificazione aveva il potenziale di sconvolgere traumaticamente i legami
madre-neonato e maschio-femmina tanto quanto qualsiasi istituzione sociale
patrista dura e dolorosa.
Devastazione Sociale in Regioni di Siccità,
Desertificazione e Carestia
Altre
linee di prova portano alla conclusione che la siccità e la desertificazione
continua ed estrema, che promuove carestia, fame e migrazioni di massa fra
culture a livello di sussistenza, deve essere stato un fattore cruciale che ha
spinto in modo graduale, o anche rapido, le originarie culture matriste verso
il patrismo. Ad esempio:
1) I
recenti rapporti da parte di testimoni oculari del cambiamento culturale
avvenuto durante condizioni di carestia e fame indicano un conseguente crollo
dei legami sociali e familiari. Il racconto straziante di Turnbull (1972) del
popolo Ik dell' Africa dell'Est è molto chiaro su questo punto, ma ci sono
state altre osservazioni simili (Cahill 1982; Garcia 1981; Garcia e Escudero
1982; Sorokin 1975). Nelle condizioni più gravi di carestia, i mariti spesso
lasciano mogli e figli per cercare cibo e il loro ritorno è incerto. I bambini
affamati e i membri anziani della famiglia alla fine sono abbandonati a lottare
da soli o a morire. I bambini possono formare delle bande girovaghe dedite a
rubare cibo e il tessuto sociale rimasto può essere completamente lacerato.
Sembra che il legame madre-neonato sia quello che dura più a lungo, ma alla
fine anche le madri affamate abbandoneranno i loro figli.
2) La ricerca clinica sugli effetti
dell'estrema malnutrizione proteico-calorica di neonati e bambini indica che la
carestia è un trauma di gravissime proporzioni. Un bambino che soffre di
marasmus o di kwashiorkor mostrerà sintomi di mancanza di contatto e
immobilità, che nei casi estremi porta a una cessazione dello sviluppo corporeo
e cerebrale. Se la carestia è durata abbastanza a lungo, un recupero del pieno potenziale
può non succedere anche dopo il ripristino dei rifornimenti di viveri, e può
verificarsi un ritardo fisico ed emotivo da lieve a grave. Altri effetti della
carestia e della fame notati su bambini e adulti sono la generale riduzione
della vitalità emozionale e dell'energia sessuale, alcuni dei quali possono
persistere anche dopo che il rifornimento di cibo è stato ripristinato. È
importante notare che il ritiro e la contrazione biofisica ed emotiva del
neonato in condizioni di carestia e di fame è quasi identica agli effetti
ugualmente traumatici della privazione materna e dell'isolamento. Entrambe le
esperienze hanno effetti evidenti per tutta la vita, che disturbano la capacità
degli adulti di legarsi emotivamente sia al coniuge che ai figli. (Aykroyd
1974; Garcia & Escudero 1982; Prescott, Read & Coursin 1975).
Differenza
fra neonati normali e marasmatici
3) Fu identificata una serie di ulteriori fattori traumatici, specificamente
correlati alla dura vita nei deserti e nelle zone aride. Uno degli esempi
primari era l'uso di strette culle a zaino da parte dei popoli migratori
dell'Asia Centrale, che inavvertitamente conduceva ai duplici traumi della
deformazione cranica e della fasciatura dei neonati. La deformazione cranica
come istituzione sociale si estinse alla fine del secolo, ma la fasciatura pare
persistere ancora oggi nelle stesse regioni. Normalmente un neonato soggetto a restrizione dolorosa
cercherà di liberarsi e piangerà forte, attraendo rapidamente l'aiuto di
custodi attenti. Immagino non sia così per dei neonati affamati, legati in una
culla restrittiva a zaino (che spesso schiaccia la testa) in una lunga marcia
durante una forte siccità. In condizioni di estrema siccità e carestia i
custodi potrebbero diventare meno attenti, privi di contatto e meno disponibili
a fermarsi in continuazione per calmare un bambino che soffre le restrizioni di
una culla a zaino che deforma il cranio. Con l'avanzare della desertificazione
nell'Asia Centrale, la migrazione da zona in zona divenne uno stile di vita
relativamente permanente. La documentazione archeologica suggerisce che le
deformazioni craniali e la fasciatura divennero in seguito elementi
istituzionalizzati dell'allevamento tradizionale dei bambini in quelle regioni
(DeMeo 1986, pp.142-152; Dingwall 1931; Gorer & Rickman 1962).
Le dolorose deformazioni craniali e la
fasciatura diventarono un segno di identificazione e una stimata istituzione
sociale di tali popoli, che perdurò anche dopo l'abbandono dell'esistenza
nomade per uno stile di vita stanziale. Si scoprì inoltre che altre istituzioni
sociali primarie, come la mutilazione dei genitali maschili e femminili
(circoncisione, infibulazione), erano originarie e geograficamente localizzate
nella grande cintura desertica del Vecchio Mondo, per ragioni che però sono
meno chiare.
La fasciatura e la deformazione artificiale del cranio
compaiono come pratiche complementari sviluppate nell'Asia Centrale con
l'uso della culla a zaino da parte dei popoli migratori. La deformazione
craniale non è più presente, ma la fasciatura persiste come pratica residua
nella maggior parte delle regioni influenzate da tali popoli.
Mutilazioni dei genitali maschili
Mutilazioni dei genitali femminili
Deformazione craniale e fasciatura dei neonati
Nel
processo di determinare quanto sopra, mi fu sempre più chiaro che gli originari
legami sociali matristi erano stati inizialmente spezzati nelle culture a
livello di sussistenza che erano sopravvissute agli effetti devastanti di gravi
siccità consecutive, desertificazione e
carestia prolungata. Con la progressiva disgregazione, generazione dopo
generazione, dei legami sociali fra madre-neonato e maschio-femmina causata da
aridità estrema, carestia, fame e migrazioni forzate, ci doveva essere stato
come conseguenza uno sviluppo e un'intensificazione di attitudini,
comportamenti e istituzioni sociali patriste, che gradualmente rimpiazzarono
quelle matriste. Il patrismo fu fissato nella stuttura culturale come le
condizioni iperaride e secche furono fissate nel paesaggio. E una volta
fissato, il patrismo sarebbe rimasto con i popoli afflitti, a prescindere dal
clima susseguente e dalla fornitura di cibo, dato il carattere auto-duplicante
delle istituzioni sociali che influenzano il comportamento. Di conseguenza il patrismo sarebbe
comparso nelle regioni più umide e ricche a causa delle invasioni da parte di
bellicosi popoli migratori provenienti dalle regioni aride adiacenti.
Partendo
dalle suddette considerazioni, venne suggerita una prova geografica molto
chiara. Se esisteva una mappa mondiale della correlazione spaziale fra i duri
ambienti desertici e l'estrema cultura patrista, si sarebbe potuto identificare
un chiaro meccanismo originatore dei traumi e delle repressioni iniziali fra le
culture umane antiche, che avrebbe anche direttamente convalidato la teoria
sessuale-economica di Reich, che necessitava di un qualche meccanismo
traumatico antico per spiegare la genesi del corazzamento. Le correlazioni
spaziali che emersero da questo approccio erano sorprendenti.
GLI
ASPETTI GEOFRAFICI DI ANTROPOLOGIA E CLIMATOLOGIA
Il mio
esame preliminare delle istituzioni comportamentali e sociali in un campione di
400 diverse culture aborigene di tutto il mondo a livello di sussistenza
indicava che i più estremi fra i popoli patristi vivevano in ambienti desertici
(DeMeo 1980), ma non esclusivamente. Un'analisi globale più sistematica e
definitiva, derivata da 1170 culture, confermò in seguito la connessione
deserto-patrismo, ma dimostrò che l'idea generale non era
valida per tutte le zone semiaride o per i deserti iperaridi di dimensione
geografica limitata, dove il rifornimento di acqua e di cibo era possibile
facendo un breve viaggio. Inoltre, si scoprì che le regioni paludose adiacenti
ai deserti più grandi e iperaridi erano ugualmente di carattere patrista, fatto
in seguito spiegato dalle dimostrate migrazioni dei popoli (DeMeo 1986, 1987).
I dati culturali usati per questa analisi successiva furono tratti dall'Atlante
Etnografico di Murdock (1967), che non conteneva nessuna mappa e che
era composto quasi esclusivamente da dati tabulari descrittivi sui popoli
indigeni che vivevano nelle loro regioni native. I dati sull'America del Nord e
del Sud e sull'Oceania rispecchiavano in larga misura le condizioni native
pre-europee. I dati di Murdock erano stati raccolti da centinaie di fonti
affidabili, pubblicate all'incirca fra il 1840 e il 1960; i suoi dati sono
stati riesaminati da altri studiosi e vengono spesso usati per provare la
teoria interculturale. Ognuna delle 1170 culture individuali fu valutata
separatamente (via computer) secondo 15 variabili diverse, che si avvicinano
allo schema matrista/patrista sopra descritto. (4) Le culture che esibirono
un'alta percentuale di caratteristiche patriste ricevettero un punteggio
particolarmente alto, mentre le culture con una bassa percentuale di
caratteristiche patriste (con un alto grado di matrismo) ricevettero un
punteggio particolarmente basso. Si acquisirono le latitudini e le longitudini
per ogni cultura e si estrasse una media regionale di percentuale patrista per
ogni blocco di 5° per 5° di latitudine e longitudine. Da questa procedura
emerse l'immagine 1, la Mappa Mondiale del Comportamento (DeMeo 1986, Capitolo
4).
Immagine 1. La Mappa Mondiale del Comportamento, periodo
all'incirca fra il 1840 e il 1960, come ricostruito dai dati delle culture
indigene nell'Atlante Etnografico di Murdock (1967), con minime
interpretazioni storiche.
Gli schemi della Mappa Mondiale del Comportamento erano supportati in modo
indipendente dalle mappe separate di ognuna delle 15 variabili impiegate nella
sua costruzione e da mappe di altre variabili correlate (mutilazioni dei
genitali, deformazione cranica dei neonati, fasciatura) presentati nella
dissertazione originaria (DeMeo 1986, Capitolo 5). La Mappa Mondiale del
Comportamento dimostra chiaramente che il patrismo non era né onnipresente né
casuale nella sua distribuizione mondiale. Le culture del Vecchio Mondo erano
nettamente più patriste di quelle sia dell'Oceania che del Nuovo Mondo. Per di
più, la zona del patrismo più estremo si trova in un'unica grande fascia contigua,
che si estende attraverso il Nord
Africa, il Medio Oriente fino l'Asia Centrale. Di grande importanza è che lo
stesso territorio geografico comprende ciò che è attualmente l'ambiente
desertico più intenso, esteso e iperarido della Terra.
Le
mappe dei fattori ambientali correlati alle condizioni desertiche dimostrano
delle distribuzioni molto simili a quelle dell'estremo patrismo sulla Mappa
Mondiale del Comportamento. L'immagine 2, ad esempio, è una mappa che individua
gli ambienti più iperaridi come determinato dal rapporto di siccità
Budyko-Lettau (Budyko 1958; Hare 1977). Questo rapporto confronta la quantità
di energia evaporativa disponibile in un dato ambiente in relazione alla
quantità di precipitazioni. Si tratta di un più sensibile indicatore di stress
in ambienti aridi di quelli impiegati nei sistemi standard di classificazione
climatica, che possono fuorviare a pensare che tutti gli ambienti
"desertici" siano di natura simile. Le mappe che individuano altri
estremi ambientali stressanti, come la massima variabilità di precipitazione,
le massime temperature medie mensili, le regioni prive di vegetazione, le aree
di minima capacità di carico, le regioni desertiche e disabitate, mostrano
distribuzioni molto simili dei loro aspetti più diffusi e intensi all'interno
dello stesso territorio desertico-patrista (DeMeo 1986, Capitolo 2; DeMeo
1987). Ho denominato questa ampia distesa dalla correlazione climatica e
culturale estrema Saharasia.
Immagine 2: Il rapporto di aridità Budyko-Lettau: Confronto della siccità
relativa di diverse terre aride in tutto il mondo. I valori riflettono il
rapporto fra precipitazione ed energia evaporativa; i valori 2 ricevono il
doppio del calore solare evaporativo come umidità dalla precipitazione, mentre
i valori 10 ricevono dieci volte tanto.
GLI ASPETTI GEOGRAFICI DI STORIA E ARCHEOLOGIA
Le
distribuzioni fortemente strutturate sulla Mappa Mondiale del Comportamento
suggeriscono che forse il patrismo si sviluppò all'interno della Saharasia solo
in tempi storicamente antichi e che fu poi trasportato all'esterno dai popoli
migranti, influenzando così le regioni circostanti più umide. Provare questa
ipotesi rispetto al comportamento, alle migrazioni e al clima nei tempi antichi
richiedeva la creazione di una nuova banca dati, composta da informazioni sulle
condizioni climatiche antiche, sulle migrazioni dei popoli, sui fattori sociali
del passato attinenti al trattamento di neonati, bambini e donne e sulle
tendenze al dominio maschile, al dispotismo, alla violenza sadica e alla
guerra. Fu sviluppata e assemblata cronologicamente una nuova banca dati, che
conteneva oltre 10.000 schede individuali con specificazioni temporali e
locali. Ogni scheda conteneva informazioni provenienti dalla letteratura
archeologica o storica, individuando manufatti e/o condizioni ecologiche di
siti o regioni specifiche in tempi specifici. Più di 100 autorevoli fonti
separate furono consultate e delineate per comporre questa nuova banca dati,
che permetteva l'identificazione e il confronto di condizioni dell'antichità
attraverso vaste regioni geografiche negli stessi periodi di tempo. Furono così
individuati tempi e luoghi di transizioni ecologiche e culturali assai diffuse,
come pure gli schemi delle migrazioni e degli insediamenti dei popoli. Il mio
focus predominante era sulla Saharasia e sulle sue zone di confine
Afro-Euro-Asiatiche più umide, ma una quantità significativa di dati fu
raccolta anche per l'Oceania e per il Nuovo Mondo. (DeMeo 1985, Cap. 6 & 7
del 1986).
Dagli
schemi osservati in questa banca dati sono stato in grado di confermare che il
patrismo si sviluppò inizialmente in Saharasia nel periodo in cui il paesaggio
subì una forte transizione ecologica da condizioni relativamente umide a
condizioni aride e desertiche. Le prove derivanti da dozzine di studi
archeologici e paleoclimatici suggeriscono che nel periodo antecedente al
4000-3000 a.C. la grande cintura dell'odierna Saharasia era una savana semiforestale
e prateriale. Una fauna grande e piccola composta da elefanti, giraffe,
rinoceronti e gazzelle si nutriva delle erbe degli altopiani mentre ippopotami,
coccodrilli, pesci, lumache e molluschi prosperavano in torrenti, fiumi e
laghi. Oggi, la maggior parte di questo territorio Nordafricano, Medio
Orientale e Centrale Asiatico è iperarido e spesso privo di vegetazione. Alcuni
dei bacini ora asciutti della Saharasia erano un tempo pieni d'acqua fino a
decine o centinaie di metri di profondità, mentre nei canyon e nei wadis
scorrevano fiumi e torrenti permanenti (DeMeo 1986, Capitolo 6).
Ma com'erano i popoli che vivevano in Saharasia nei tempi più ricchi e umidi? Le
prove sono molto chiare su questo punto: questi primissimi popoli erano
pacifici, senza corazza e di carattere matrista. Ho dunque concluso che non
esiste nessuna prova chiara, convincente e inequivocabile dell'esistenza di un
patrismo significativo in qualsiasi parte della Terra prima del 4000 a.C. Sono
stati trovati solo pochi esempi regionalmente isolati nei documenti
archeologici, che vengono trattati e spiegati nel contesto delle mie scoperte
sulla Saharasia in un nuovo articolo "Aggiornamento sulla
Saharasia", come citato qui di seguito. Esistono tuttavia
delle forti prove di condizioni sociali originarie matriste. Queste conclusioni
vengono tratte in base alla presenza di certi
manufatti provenienti da quei tempi originari che includono: la sensibile e
attenta sepoltura dei morti, a prescindere dal sesso, con una ricchezza
relativamente uniforme della tomba; statuine femminili sessualmente
realistiche; lavori artistici naturalisti e sensibili sulle pareti di roccia e
lavori in terracotta che ritraevano donne, bambini, musica, danza, animali e
caccia. Nei secoli successivi alcuni di questi popoli pacifici matristi
progredirono tecnologicamente e svilupparono grandi stati non fortificati
agrari e/o commerciali, in particolare a Creta, nella valle dell'Indo e
nell'Asia Centrale Sovietica. L'inferenza del matrismo in questi tempi
originari deriva dall'assenza di prove archeologiche di caos,
guerra, sadismo e brutalità che divenne alquanto evidente negli strati più
recenti, dopo che la Saharasia si prosciugò. Queste prove più tarde includono:
armi da guerra, strati di distruzione negli insediamenti, massicce
fortificazioni, templi e tombe dedicate a grandi governanti uomini,
deformazione cranica dei neonati; omicidi ritualistici di donne in tombe o
sepolcri di uomini generalmente più vecchi; sacrifici di bambini in riti di
fondazione; fosse comuni o non curate con corpi mutilati e buttati dentro alla
rinfusa; stratificazione di caste, schiavitù, estrema gerarchia sociale,
poligamia e concubinaggio come determinato dall'architettura, dai beni
ritrovati nelle tombe e da altre disposizioni funebri. Anche l'iconografia e i
temi dei periodi aridi successivi cambiano, enfatizzando guerrieri a cavallo,
cavalli, carri, battaglie e cammelli. Spariscono le scene di donne, bambini e
vita quotidiana. Al contempo le statue femminili naturalistiche e l'iconografia
diventano astratte irrealistiche o addirittura feroci, perdendo le loro qualità
precedenti di dolcezza, nutrimento ed erotismo; oppure spariscono del tutto per
essere rimpiazzate da statue di dei maschi o re dei. Nei siti del Vecchio Mondo
di quel periodo, sia la qualità delle opere sia gli stili architettonici
decadono, per essere seguiti negli anni successivi da motivi monumentali,
guerrieri e fallici (DeMeo 1986, Cap. 6 & 7). Io non fui il primo a notare l'esistenza di transizioni
culturali nelle documentazioni archeologiche e storiche, o i potenti effetti
dei cambiamenti ambientali sulla cultura (5). Tuttavia il mio lavoro fu il primo ad avere al contempo uno
scopo globale, a essere sistematicamente dedotto e ad essere specifico sia nei
tempi che nei siti.
Arte sulle rocce parietali nel Nord Africa
Con
poche speciali eccezioni, le primissime prove di condizioni sociali caotiche e
di patrismo sulla Terra si trovano in quelle parti della Saharasia che
cominciarono per prime a prosciugarsi, vale a dire all'interno o nelle
vicinanze dell'Arabia e dell'Asia Centrale. Le speciali eccezioni sono alcuni
siti in Anatolia e nel Levante, che contengono qualche labile prova che un
patrismo molto limitato poteva essere esistito già nel 5000 a.C.; ma questa
prova esiste insieme ad altre prove che indicano una prima sub-fase arida in
queste stesse regioni, con un cambiamento verso la migrazione e la pastorizia
nomade. Come tali sembrano essere delle eccezioni che confermano la regola: la
forte desertificazione e il trauma della carestia disturbarono notevolmente
l'originaria trama sociale matrista e promossero lo sviluppo di comportamenti e
istituzioni sociali patriste. Il patrismo fu a sua volta aggravato e
intensificato da un diffuso abbandono della terra, dagli assestamenti migratori
e dalla competizione per le scarse risorse d'acqua.
La Genesi del Patrismo in Saharasia
Dopo il
4000-3500 a.C., sono evidenti delle radicali trasformazioni sociali nelle
rovine di insediamenti in precedenza matristi e pacifici lungo le valli
fluviali dell'Asia Centrale, della Mesopotamia e del Nord Africa. In ognuno dei
casi, le prove dell'aumento dell'aridità e dell'abbandono della terra
coincidono con pressioni migratorie sugli insediamenti con rifornimenti idrici
sicuri, come quelli situati nelle oasi o lungo i fiumi esotici. L'Asia Centrale
subì inoltre un cambiamento di livello idrico nei laghi e nei letti dei fiumi,
in concomitanza con l'instabilità climatica e l'aridità che stimolarono
l'abbandono di grandi comunità agricole lacustri o dotate di irrigazione.
Gli
insediamenti sul Nilo o sul Tigri-Eufrate, come sulle porzioni di altipiani più
umidi del Levante, dell'Anatolia e dell'Iran furono invasi e conquistati da popoli
che avevano abbandonato l'Arabia e/o l'Asia Centrale in continuo inaridimento.
In seguito emersero nuovi stati dispotici centralizzati. In quasi tutti i casi
che ho studiato si ritrovano nell'architettura di tombe, templi e
fortificazioni le prove di omicidio rituale delle vedove (ad es. l'omicidio
della madre se eseguito dal primogenito), le deformazioni craniche, l'enfasi su
cavalli e cammelli e l'aumento della forza militare in seguito a tali
invasioni. Mentre questi nuovi stati centralizzati e dispotici crescevano in
potenza, essi espandevano i loro territori, conquistando a volte le tribù
nomadi pastorali ancora presenti nella steppa in inaridimento. Alcuni di questi
stati dispotici invasero le paludi adiacenti alla Saharasia per espandere i loro
territori. Essi conquistarono i popoli delle zone umide oppure, non riuscendo a
farlo, stimolarono delle reazioni difensive, evidenti nella successiva comparsa
di fortificazioni, di tecnologia degli armamenti e di un livello intermedio di
patrismo in queste zone umide. Altri stati dispotici Saharasiani alla fine
scomparvero dai libri di storia con l'intensificarsi dell'aridità che prosciugò
del tutto il loro sostentamento (DeMeo 1985, Capitolo 6 del 1986).
La Diffusione del Patrismo nelle Zone di Confine con
la Saharasia
Nelle
zone di confine più umide della Saharasia il patrismo compare dopo, e solo
dopo, essersi sviluppato all'interno del nucleo Saharasiano in fase di
inaridimento. Mentre l'aridità attanagliò la Saharasia e mentre la risposta
corazzata patrista attanagliò sempre più i popoli della Saharasia, le
migrazioni fuori dalle regioni secche misero questi popoli sempre più a
contatto con i popoli più pacifici delle zone di confine più umide della
Saharasia. Le migrazioni al di fuori della Saharasia ebbero luogo sempre più in
forma di massicce invasioni dei territori di confine più fertili. In queste
zone di confine il patrismo mise le radici non a causa della desertificazione o
del trauma della carestia, ma dell'uccisione e della sostituzione delle
popolazioni originarie matriste da parte dei gruppi invasori patristi, o
attraverso l'adozione forzata delle nuove istituzioni sociali patriste
introdotte dai popoli invasori conquistatori. Ad esempio, dopo il 4000 a.C.,
l'Europa fu invasa in successione da popoli d'ascia come Kurgani, Sciti,
Sarmati, Unni, Arabi, Mongoli e Turchi. Ognuno di
essi faceva a turno a fare la guerra, a conquistare, a saccheggiare e in
genere a trasformare l'Europa in direzione sempre più patrista. Le istituzioni
sociali Europee si indirizzarono progressivamente dal matrismo verso il
patrismo. Le parti più a ovest dell'Europa, in particolare la Britannia e la
Scandinavia, svilupparono condizioni patriste molto più avanti e in modo più
diluito dell'Europa mediterranea e orientale, che furono più profondamente
influenzate dai popoli Saharasiani.
Nelle
parti più umide della Cina, le pacifiche condizioni matriste prevalsero allo
stesso modo fino all'arrivo dei primi invasori patristi dall'Asia Centrale dopo
il 2000 a.C.: i Shang e i Chou Le successive invasioni da parte di Unni,
Mongoli e altri rafforzarono il patrismo nella Cina umida. La cultura
Giapponese rimase matrista un po' più a lungo, data l'influenza isolante del
Mare Cinese e dello Stretto di Corea, fino all'arrivo dei primi gruppi invasori
patristi dalla terra ferma Asiatica come gli Yayoi intorno al 1000 a.C.
Nell'Asia del Sud, gli insediamenti e gli stati commerciali pacifici e in gran
parte matristi della Valle dell'Indo collassarono dopo il 1800 a.C., sotto le
pressioni combinate di aridità e invasori nomadi guerrieri patristi dalle terre
aride dell'Asia Centrale. Dopodichè il patrismo si diffuse in India e fu
intensificato dalle invasioni Unne, Arabe e Mongole a loro volta provenienti
dall'Asia Centrale. Nell'Asia del sud-est, il matrismo prevalse fino all'inizio
delle migrazioni progressive e delle invasioni, sia per terra che per mare, da
parte degli stati reali patristi delle regioni di Cina, India, Africa e Arabia.
Nell'Africa sub-sahariana le prove disponibili suggeriscono che il patrismo
ebbe inizio con l'arrivo di diversi popoli che migravano verso sud nel periodo
in cui il Nord Africa si inaridì e venne abbandonato. Anche le influenze
faraoniche egizie, cartaginesi, greche, romane, bizantine, bantù, arabe, turche
e coloniali europee aumentarono il patrismo africano negli anni successivi.
(DeMeo 1985, Capitolo 6 del 1986).
Gli
schemi geografici di queste migrazioni, invasioni e schemi di insediamenti sono
impressionanti. Due principali nuclei patristi compaiono nelle datazioni
successive al 4000 a.C., una in
Arabia e l'altra in Asia Centrale, le patrie da cui migrarono rispettivamente i
popoli Semitici e Indo-ariani. (Immagine 3). Queste erano anche le prime zone
che cominciarono a inaridirsi, nonostante altre porzioni della Saharasia
iniziarono a prosciugarsi e a convertirsi al patrismo nel giro di pochi secoli.
Un altro aspetto storico di queste irruzioni da parte di guerrieri nomadi del
deserto si vede nelle immagini 4 e 5, che mappano i territori occupati in un
momento o in un altro rispettivamente da Arabi e Turchi. (Jordan & Rowntree
1979; Pitcher 1972). I territori di questi due gruppi, che erano gli ultimi di
una serie di invasori provenienti dall'Arabia e dall'Asia Centrale, comprendono
il 100% della Saharasia desertica, riversandosi verso le zone confinanti più
umide.
Immagine 3: Percorsi Generalizzati di Diffusione della
Cultura Umana Corazzata
Questi
fatti geografici illustrano perché il matrismo fu preservato in misura maggiore
nelle regioni più lontane dalla Saharasia. Le regioni periferiche della
Saharasia (in particolare le isole) come Inghilterra, Creta, Scandinavia,
Artico Asiatico, Sud Africa, India del sud, Asia sud orientale e le isole asiatiche
mostrano una conoscenza storica o un'adozione del patrismo successiva, e di
conseguenza una diluizione del patrismo con istituzioni sociali indigene
matriste preesistenti. Dalle diverse fonti usate per costruire la mia banca
dati fu sviluppata l'Immagine 3, che suggerisce gli schemi di diffusione del
patrismo nel Mondo Antico. I vettori sono un'approssimazione iniziale, che è
però in accordo con gli studi precedentemente svolti sulla migrazione e sulla
diffusione dei popoli. Questi schemi geografici, presi dalla letteratura
archeologica e storica, sono confermati in modo indipendente da uno schema
spaziale molto simile nei dati antropologici più recenti, come presentati in
precedenza nell'Immagine 1, la Mappa Mondiale del Comportamento.
La Diffusione del Patrismo in Oceania e nel Nuovo Mondo.
Queste
osservazioni riguardo alle migrazioni dei popoli patristi possono essere estese
a includere la diffusione transoceanica del patrismo dal Mondo Antico in
Oceania e forse anche nel Nuovo Mondo. Una mappa di questi percorsi suggeriti
viene data dall'Immagine 6, che non ipotizza nessun'altra regione di origine
del patrismo se non la Saharasia. Quest'ultima mappa fu derivata dalle diverse
mappe presentate in precedenza, inclusa la Mappa Mondiale del Comportamento, e
da altre fonti citate nella mia dissertazione. Sarà certamente necessaria una
ricerca addizionale per confermare o chiarire questi percorsi suggeriti.
Èsignificativo che il patrismo nelle Americhe sia stato identificato sulla Mappa
Mondiale del Comportamento soprattutto fra i popoli che vivevano lungo le coste
o fra i popoli i cui antenati svilupparono le loro primissime comunità patriste
sulle regioni costiere. È inoltre significativo che i primissimi popoli
patristi delle Americhe fossero le stesse culture per cui altri hanno
sostenuto, in base alla cultura materiale, iconografia o linguistica, una
connessione pre-colombiana con gli stati patristi del Mondo Antico oltre
oceano. (6) Tuttavia un patrismo più limitato può essersi sviluppato in modo
indipendente in Oceania e nel Nuovo Mondo attraverso un meccanismo
deserto-carestia-migrazione simile a quello sostenuto per la Saharasia,
possibilmente all'interno del deserto australiano, nel Grande Bacino arido del
Nordamerica e/o nel deserto di Atacama (DeMeo 1986, Capitolo 7).
Immagine 6. Schemi Suggeriti di Diffusione del Patrismo in Tutto il Mondo
CONCLUSIONI
La
teoria delle origini Saharasiane del patrismo corazzato è stata sviluppata da
una sistematica analisi geografica di dati archeologici, storici e
antropologici. La mappatura dei vari dati fu intrapresa in un tentativo di
comprendere meglio la genesi del patrismo e di testare la potenza predittiva
delle ipotesi iniziali di base. Questo fu compiuto attraverso l'esame delle
dimensioni geografiche di specifiche istituzioni sociali che impediscono gli
impulsi biologici basilari costituiti dai legami madre-neonato e
maschio-femmina, o che indicano un alto livello di dominio maschile, di
gerarchia sociale e di aggressività distruttiva. Come tali, le ipotesi iniziali
di base dello studio, in particolare la teoria sessuale-economica del
comportamento umano, lo schema matrista-patrista e i collegamenti causali fra
desertificazione e patrismo, sono state ulteriormente verificate e rafforzate.
Queste
scoperte suggeriscono fortemente che le parti innate del comportamento sono
limitate agli aspetti volti al piacere del vivere e della vita sociale, che
trasmettono distinti vantaggi di sopravvivenza e di salute al bambino in
crescita e che operano per preservare l'unità sociale. Esse costituiscono i
comportamenti e le istituzioni sociali matriste, che sostengono e proteggono le
funzioni di legame fra i neonati e le loro madri, che nutrono il bambino
attraverso le sue diverse fasi di sviluppo e che incoraggiano e proteggono i
legami d'amore e di piacevole eccitazione che si sviluppano spontaneamente fra
i giovani, maschi e femmine. Da questi impulsi biologici diretti verso il
piacere derivano altre tendenze sociali di cooperazione e istituzioni sociali
che proteggono e arricchiscono la vita. É stato dimostrato che tali impulsi,
che sono pro-bambino, pro-femmina, positivi verso il sesso e orientati verso il
piacere, esistevano in tempi più recenti prevalentemente al di fuori della
cintura desertica della Saharasia. Essi erano un tempo le forme dominanti di
comportamento e di organizzazione sociale su tutto il pianeta, prima che
avvenisse il grande inaridimento del Mondo Antico. Date le nuove prove qui
esposte, il patrismo, incluse le sue componenti di violenza sui bambini,
subordinazione delle donne, repressione sessuale e aggressività distruttiva,
viene spiegato nel modo migliore e più semplice come una risposta di
contrazione emozionale e culturale alle condizioni traumatiche di carestia
sviluppatesi durante l'inaridimento della Saharasia nei secoli successivi al
4000 a.C., risposta che in seguito si estese al di fuori del deserto attraverso
la diffusione dei popoli colpiti e traumatizzati e delle loro istituzioni
sociali alterate.
NOTE A PIÈ PAGINA
1. La
mia indagine coinvolse oltre 100 fonti diverse, includendo un certo numero di
testi classici sulla sessuologia: Brandt 1974; Bullough 1976; Gage 1980; Hodin
1937; Kiefer 1951; Levy 1971; Lewinsohn 1958; Mantegazza 1935; May 1930; Stone
1976; Tannahill 1980; Taylor 1953; Van Gulik 1961.
2. Qualche tempo dopo aver completato la mia dissertazione, venni a conoscenza
dello studio di Riane Eisler (1987a): Il Calice e la Spada, che
identificava i due tipi di organizzazione sociale del dominatore e
della partnership, che
sono concetti quasi identici rispetto alle forme patriste e matriste di organizzazione
sociale qui definite.
3. La
struttura dell'argomento esige che facciamo una netta distinzione fra i fatti e
la teoria sui fatti. Tutte le teorie della scienza comportamentale cercano di
spiegare una varietà di fatti clinici e sociali osservati. Alcuni tentano
perfino di incorporare i fatti dell'antropologia, e cioè il comportamento in
altre culture. Tuttavia la maggior parte di tali teorie non riesce a essere di
natura né globale né geografica, nel senso che esse non cercano di spiegare simultaneamente
il comportamento umano fra un numero significativo di culture fra le meglio
studiate in ogni regione del mondo. La maggior parte delle teorie
comportamentali, se affrontano la letteratura antropologica, si focalizzano
solo sulle culture patriste e non riescono a essere al contempo
sistematicamente derivate e globali. Gli studi inter-culturali sono un grande
passo avanti in questo campo, ma l'approccio combinato geografico globale e
inter-culturale è un ulteriore e necessario affinamento, che costringerà tutte
le teorie comportamentali ad affrontare da ora in avanti i fatti specifici di
storia, migrazione, contatto culturale e ambiente naturale.
4. Le 15 variabili erano: il tabù del
sesso prematrimoniale femminile, la segregazione dei ragazzi adolescenti, la
mutilazione dei genitali maschili, il prezzo della sposa, l'organizzazione
familiare, la residenza coniugale, il tabù del sesso post-parto, i gruppi di
parentela, la discendenza, la terra di successione, la successione dei beni
mobili, il Dio Supremo, la stratificazione delle classi, la stratificazione
delle caste e la schiavitù.
5. Il
mio studio è stato possibile solo grazie alle valide opere precedenti di molti
altri studiosi. A parte il lavoro di Reich, le mie idee sulle trasformazioni
ambientali e culturali attinsero in larga misura ai lavori precedenti di Bell
(1971), Gimbutas (1965), Huntington (1907, 1911), Stone (1976) e Velikovsky
(1950, 1984), anche se prendo la piena responsabilità per le conclusioni e le
mappe qui presentate.
6. Questa
scoperta sfida direttamente l'asserzione che tutti i popoli pre-colombiani del
Nuovo Mondo siano arrivati migrando attraverso lo Stretto di Bering durante le
epoche glaciali anteriori al 10.000 a.C. Se il patrismo fosse stato portato nel
Nuovo Mondo in quell'epoca sarebbe stato distribuito in modo più omogeneo: la
quantità e la qualità dei dati che sostengono l'idea di contatti pre-colombiani
è cresciuta enormemente negli anni recenti. Per un sommario di tali prove si
consiglia di vedere il Capitolo 7 di DeMeo, 1986.
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Reich, W. 1947. The Mass Psychology of Fascism. 3rd Edition.
NY: Farrar, Straus & Giroux edition. 1970.
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Straus & Giroux edition. 1971.
Reich, W. 1953. People in Trouble. NY: Farrar, Straus & Giroux
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Stewart, D. & Stewart, L. 1978a. Safe Alternatives in Childbirth.
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Velikovsky, I. 1950. Worlds in Collision. NY: Macmillan.
Velikovsky, I. 1984. Mankind in Amnesia. NY: Doubleday.
(corazzato)
(non corazzato)
A destra, neonata marasmatica di 7 mesi. A sinistra, neonato sano di 5
mesi.
Per gentile concessione di F. Monckeberg (in Prescott, et al. 1975)
Transilluminazione
craniale di neonati: normale (a sinistra), malnutrito (in centro) e affamato in
modo marasmatico (a destra).
Il cranio viene illuminato in proporzione alla quantità di spazio libero fra
il cervello e il cranio occupato dal liquido. Un neonato ben nutrito ha un
cervello ben sviluppato, con poco spazio e poco liquido fra cervello e cranio.
Ciò non vale per un bambino malnutrito o affamato.
Disegno di un neonato fasciato di Deborah Carrino, basato su una foto
di Dean Conger. Piastre di crani deformati da Dingwall (1931).
[NERO] Forme estreme (scorticatura,
circoncisione, sotto-incisione)
[GRIGIO] Forme meno severe (incisione)
Dai dati di Murdock (1967) e Montagu (1945, 1946)
[NERO] Forme estreme (infibulazione)
[GRIGIO] Forme severe (clitoridectomia, asportazione)
[BIANCO O LIBERO] Presente, ma di tipo non chiaro
Dai dati di Hosken (1979) e Montagu (1945, 1946)
[GRIGIO] Presente: le frecce segnalano gli schemi di diffusione
Dai dati di Dingwall (1931)
NB: Tutte le mappe sono composte dai dati di popoli
nativi, aborigeni, a livello di sussistenza.
Nelle Americhe e in Oceania questi dati rispecchiano le condizioni generalmente
precedenti all'arrivo dei coloni Europei.
[NERO] Culture estremamente patriste, pesantemente corazzate (valori di >71%);
[GRIGIO] Culture intermedie, con corazzamento moderato (valori da 41% - 71%);
[BIANCO O LIBERO] Culture estremamente matriste, senza corazza o con leggera corazza (valori
di < 41%)
[NERO] Valori >10: Ambienti iperaridi;
[GRIGIO] Valori 2 -10: Ambienti da aridi a semiaridi
Periodo Umido Neolitico
di Cacciatori-Raccoglitori,
7000 a.C. circa.
Periodo Umido Neolitico
Agricolo-pastorale,
5000 a.C. circa.
Età Arida del Bronzo.
Periodo di Guerrieri,
Cavalli, Carri, Cammelli,
2000-500 a. C. circa.
(Complesso Culturale Patrista) nel Mondo Antico, nel
periodo a partire dal 4000 a.C.
1. Nucleo Arabo 2. Nucleo Asiatico Centrale
Immagine 4. Aree Influenzate o Occupate dagli Eserciti Arabi dal 632 d.C.
(secondo Jordan & Rowntree, 1979)
Immagine 5. Aree Influenzate o Occupate dagli Eserciti Turchi fin dal 540
d.C.
(secondo Pitcher, 1972)
prima di Colombo e delle migrazioni europee
"PATRIST HEARTLAND" = ZONA CENTRALE DEL PATRISMO
NOTA DI POST SCRIPTUM: per una discussione sulle nuove prove
archeologiche del periodo preistorico si consiglia di vedere il mio nuovo
articolo "Aggiornamento sulla Saharasia". Sono stati
scoperti alcuni siti con prove di violenza sociale prima della mia data
indicatrice del 4000 a.C., ma tutto questo avvenne durante le primissime
sotto-fasi aride all'interno della Saharasia o era conseguente alle migrazioni
dei popoli da queste prime regioni aride, essendo così delle "eccezioni
che confermano la regola" di un effetto deserto-carestia-fame sul
primissimo comportamento umano. Questo nuovo articolo è contenuto come
Appendice nella seconda edizione riveduta del libro (solo in inglese) Saharasia, ora in
vendita nelle librerie, ma anche disponibile come PDF gratuito scaricabile sul
sito principale Saharasia Website.
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* The Orgone Biophysical Research Lab: James DeMeo's Research Website.
* The Saharasia web page.
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